Quest'anno non potevano che denunciare la vergogna dei tanti bambini migranti scomparsi, oltre 7.000 se ne contano solo dall'inizio di quest'anno. Un'infanzia perduta, senza né padre, né madre, che finisce probabilmente nel girone infernale della pedofilia o in quello dei trapianti d'organo. Una cosa che solo a dirla fa venire i brividi e che pone in risalto quanto, la società in cui ci troviamo a vivere, sia diventata indifferente.
Le celebrazioni per un meritato venticinquennale si sono così focalizzate su questo tema, tra mostre di pittura, concerti e incontri. Una due giorni intensa che anche questa volta il Cantiere dell'Arte, di cui il coro fa parte, ha organizzato a Manziana tornando là dove sono nati, nella parrocchia di San Giovanni Battista, nel lontano dicembre 1991 cantando per la prima volta in occasione delle Colombiadi.
Per i festeggiamenti sono tornati a cantare i big della musica gospel che negli anni hanno accompagnato questo coro: Harold Bradley, Joy Garrison, Charly Cannon che fu uno dei marciatori contro l'apartheid negli Stati Uniti e che camminò fianco a fianco a Martin Luther King. Tra i musicisti anche il pianista Piermichele Bertaina e il batterista Gianpaolo Ascolese. Hanno celebrato l'evento anche i numerosi coristi che via via si sono avvicendati in questo ormai storico coro, unico nel panorama musicale e culturale del territorio attorno al lago di Bracciano. A denunciare con forza la tragedia dei bambini scomparsi sono arrivati artisti e pittori che in una collettiva con il patrocinio dell'U.N.A.R., dal titolo "Gli altri siamo noi", hanno esposto opere realizzate appositamente per l'occasione.
A raccontare per immagini la musica dei St John's Singers l'arte della pittrice francese Marine Levrat che con toni decisi e tratti marcati ritrae figure che diventano quasi una icona. A lei si devono le opere utilizzate per i manifesti e le locandine.